ALCUNE NOZIONI TECNICHE SUGLI INGLOBATI IN PMMA
pmma = Poli-metacrilato di metile
pmma = Poli-metacrilato di metile
Il metacrilato di metile è l’estere dell’acido metacrilico e del metanolo.
A temperatura ambiente è un liquido incolore, dall’odore caratteristico. Data la sua elevata tendenza a polimerizzare spontaneamente. Viene trasportato in fusti o cisterne con aggiunta di tracce di composti stabilizzanti (ad es. idrochinone), capaci di inibire la reazione di polimerizzazione.
Quel materiale trasparente piu’ del vetro che conosciamo col nome commerciale di PLEXIGLAS- PERSPEX- LUCITE-ALTUGLAS, ecc non è altro che il MONO-mero di metacrilato di metile che passando dallo stato liquido a quello solido, forma delle molecole molto lunghe…cristallizzando con processi chimici (non termoplastici). Tante molecole singole (MONO) legandosi in tante (POLI) solidificano con un processo chiamato appunto: POLIMERIZZAZIONE. (per chi mastica un pò di chimica osservi la formula soprariportata).
Per la tecnica dell’inglobaggio occorre precisare che la partenza sono i fusti di MONOMERO (di consistenza liquida come la benzina)… ma non è utilizzabile in questa fase. Occorre farlo diventare uno sciroppo, che viene chiamato “sciroppo acrilico”. Per chi ha dimestichezza con le marmellate sa che se ne possono fare di tante consistenze e densità. Anche nello sciroppo acrilico vi son molti modi con cui può essere prodotto e molti gradi di viscosità a cui si può portare. Come chi fa il vino … per farne uno buono occorre partire si da prodotti genuini e buoni (come una buona uva) …ma i processi di vinificazione son molto complessi e estremamente vari. Chi riesce a trovare quello che fornisce una qualità eccelsa al proprio vino, quasi sempre lo tiene segreto. Infatti questo è la base della qualità del proprio prodotto. In questi casi l’esperienza rimane l’unica risorsa insostituibile per un prodotto di alta qualità. Noi facciamo questo lavoro da quasi 30 anni e riteniamo che le centinaia di migliaia di pezzi prodotti (e non contestati) parlino più di tanti discorsi.
Chi lavora il plexi ed usa delle colle bicomponenti, sa che il plexi per passare dalla fase liquida a quella solida necessita di “catalizzatori” che facciano partire la reazione. Ve ne sono di tanti tipi ed ognuno ha un suo pro ed un contro…ma TUTTI nel tempo reagiscono con i raggi ultravioletti del sole e tendono a far ingiallire il plexi. Alcuni produttori (sapendolo) aggiungono del colore violetto alle loro lastre in modo che la componente blu del viola si leghi col giallo dell’ingiallimento dell’invecchiamento del plexi formando il colore VERDE, che si lega con la componente rossa del viola aggiunto formando un colore grigio. Con questo sistema le lastre non ingialliscono…ma “ingrigiscono”. C’è un solo metodo per evitare questo problema…NON AGGIUNGERE CATALIZZATORI.
Riprendendo l’esempio del vinello “buono” ..sappiamo che chi vuole la qualità non aggiunge metanolo o zucchero o altri prodotti di sosfisticazione alimentare. Similmente noi, nei nostri inglobati non inseriamo alcun tipo di catalizzatore. Poichè il monomero di metacrilato è molto sensibile alla temperatura, il processo di cristallizzazione si innesca da solo con l’aumento della temperatura ( a volte basta lasciarlo esposto ai raggi del sole). Ma a questo punto interviene un’altro fattore, la pessima conducibilità termica del metacrilato. Una volta che il processo di polimerizzazione si innesca emana una quantità elevata di calore, come tutte le reazioni esotermiche. Si è calcolato sia di circa 130 calorie per grammo. Una massa di decine di chili sprigiona decine di migliaia di calorie..e lo fa in un arco di tempo molto breve. La pessima conducibilità termica del Plexi fa sì che il calore che si forma all’interno della massa non si disperde e supera il punto in cui il monomero ancora liquido comincia a bollire…mentre il resto cristalizza. Risultato ? una bellissima lastra di plexi con tante ma tante BOLLE !!!
Qua interviene l’esperienza che fa si che ogni prodotto (cubo, semisfera o piramide) abbia una propria massa che richiede un suo ciclo di polimerizzazione e la sua temperatura di innesco che va controllata per evitare che il tutto vada in ebollizione. Ma gli inglobati son molto peggio di una “semplice” lastra di plexi. Infatti ai problemi del calore della polimerizzazione vanno aggiunti i problemi che hanno i singoli oggetti da inserire al suo interno. Lo zucchero caramella col calore, la carta si bagna, le vernici si sciolgono, il sughero rilascia sostanze che impediscono la polimerizzazione, i grossi oggetti di metallo possono far crepare il plexi, le sostanze vegetali “cuociono”, ecc, ecc, ecc. Per questo motivo chiediamo su materiali non da noi forniti la necessità di effettuare sempre delle prove prima di iniziare una qualsiasi produzione.
Diciamo che siamo riusciti a risolvere tutti i problemi inerenti alla polimerizzazione del plexi e ai tantissimi problemi dei materiali che ci hanno fornito i clienti da inglobare. Similmente all’acqua che se si mette in un surgelatore solidifica in un bel blocco di ghiaccio…così noi abbiamo ottenuto un prisma di plexi senza bolle …ma adesso dobbiamo lavorarlo per ottenere un oggetto “vendibile”. Ebbene come per l’acqua vi sono sostanzialmente due metodi:
1- Realizzare un bel “blocco” di plexi con all’interno tanti oggetti..e poi prendere una specie di sega a nastro e tagliare il blocco in pezzi singoli.
2 – Colare addirittura in stampi singoli che consentono l’ottenimento di un pezzo dalla forma già data dallo stampo, abbattendo i costi di lavorazione e finitura…si ma in che tipo di stampi colare ?
Sembrerebbe assurdo, ma vi son aziende specializzate nel settore “inglobati acrilici” da decenni che colano in stampi di CARTONE…il quale si attacca al plexi e va eliminato carteggiandolo.
alleghiamo un video molto istruttivo : CANADA
oppure questo di un noto Artista francese : Enric Bossard che fa realizzare le sue sculture in blocchi lavorati da un’azienda francese…col sistema della sega circolare.
La nostra ditta ha superato da anni questa fase riuscendo ad ottenere oggetti molto complessi utilizzando stampi molto semplici e poco costosi. Un esempio per tutti: questo mezzo cubo è possibile realizzarlo con stampi di cartone? o con le tecniche mostrate nei due video di prima ?
un elenco di video sulle possibilità espressive artistiche di questo splendido materiale.